sabato 26 settembre 2009

Thinking about my fairy...

Stava immobile sulla spiaggia, scrutando l’orizzonte. Non cercava con lo sguardo le sagome delle navi che apparivano di tanto in tanto in lontananza, di passaggio verso approdi che erano Altrove. E nemmeno seguiva il volo dei gabbiani, che si agitavano in stormi sulle increspature delle onde infrante dalla scogliera. Fissava invece il movimento delle nuvole cambiare ad ogni capriccio del vento, che le coglieva di sorpresa sospingendole in direzioni imprevedibili.
Riflettendo gli ultimi raggi del sole con il suo guscio lucido –ora sfavillante- la piccola conchiglia aspettava. Dura, impenetrabile in superficie, persino solida all’apparenza, abituata a sfidare i flussi e riflussi delle maree e ad esserne levigata, modellata, corrosa, resisteva imperterrita nel proteggere la fragile vita che si agitava dentro di lei, custode vigile del lento, impercettibile lavorio prezioso del suo grembo.
Eppure sarebbe bastato un nonnulla a ridurla in frantumi, rendendo vano il suo essere, il mondo e il motivo per cui aveva ragione di esistere: un passo incauto o volutamente crudele e la prima onda giunta a lambire la riva ne avrebbe disperso irrimediabilmente i frammenti.
Ma la piccola conchiglia restava lì, immobile, scrutando l’orizzonte e osservando il cielo poiché le nuvole, raccogliendo i sospiri del vento, le affidavano un messaggio da custodire gelosamente e poi trasmettere a quell’animo sognante che l’avesse colta e posata all’orecchio…

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