La tragedia principale della mia vita è, come ogni tragedia, un’ironia del Destino. Rifiuto la vita reale come una condanna; rifiuto il sogno come una liberazione ignobile. Ma vivo la parte più sordida e più quotidiana della vita reale; e vivo la parte più intensa e più costante del sogno. Sono come uno schiavo che si ubriaca durante il riposo: due miserie in un unico corpo.
[Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine]
Seguendo il filo delle impressioni immediate e delle libere associazioni…
…la parola “sogno” designa ciò che attraversa il nostro cervello durante l’incoscienza del sonno, qualcosa di assolutamente incontrollabile, illogico, un’accozzaglia di immagini e frammenti, residui rimescolati e ricomposti in sequenza casuale, a cui taluni si affannano a trovare un significato per tentare di spiegare ciò che nella vita cosciente è incomprensibile, evanescente o inconsapevole.
Ma, al contempo, significa anche aspirazione futura, speranza, indica qualcosa che si desidera ardentemente realizzare, concretizzare, una sorta di pulsione verso la felicità, oppure qualcosa di irreale, di incredibile (…sogno o son desta?)
…e quanto altro ancora?
In un certo senso il sogno rappresenta il lato umano al di fuori dell’umana comprensione, e forse proprio per questo tante menti brillanti si sono addentrate nel suo mondo, che appartiene all’uomo, ma contemporaneamente sfugge al suo controllo e sembra avere vita propria.
Il sogno è l’imprevedibile, metafora del futuro che è una mappa ancora da scrivere, un itinerario da tracciare con immagini e aspettative tanto più velleitarie quanto meno percepiamo di poter intervenire per indirizzarne il percorso.
Con gli occhi chiusi, lontano dalla realtà apparente che è il mondo circostante e l’impressione di poter fuggire dalle leggi del tempo, forse, più di tutto, il sogno è illusione…